“Cherryman dà la caccia a mister White” di Jakob Arjouni
di Giulia Deplano
Rick, diciotto anni, vive a Storliz assieme a sua zia Bambusch dall’età di cinque anni. È un ragazzo normale: finita la scuola aiuta sua zia con il giardinaggio, una delle sue passioni. Un’altra cosa che ama, e che spera di trasformare in professione, sono i fumetti.
L’unico suo problema sono quattro ragazzi: Mario, Vladimir, Heiko e Robert. Loro lo prendono di mira, facendogli pagare una “quota associativa”.
Il tutto va avanti per un po’, fino a quando un giorno i quattro, seduti su un muretto vicino al supermercato, iniziano a importunare Rick. Lui era solo andato a prendere del formaggio per la zia, ma riescono a convincerlo a prendere altra birra, e quando esce dal supermercato gli parlano di un apprendistato da giardiniere che un loro amico, Pascal, aveva offerto loro ma a cui non erano interessati.
Rick accetta e dopo un incontro con Pascal inizia il tirocinio a Berlino; all’inizio gli sembra un sogno di cui non immaginerebbe mai la conclusione.
“Cherryman dà la caccia a mister White” di Jakob Arjouni (Marcos y Marcos) è un libro scorrevole e travolgente, sublime e a tratti sconvolgente, ha la caratteristica di trascinarti nella lettura, la quale è velocissima ma non per questo scadente. È un libro che per la sua trama singolare non ti lascia staccare per un secondo gli occhi dalle sue pagine. Ritrae situazioni quotidiane che si tramutano in qualcosa di sconvolgente, e viceversa, circostanze rovinose che diventano ordinarie.
Jakob Arjouni riesce, con la sua scrittura creativa ma semplice, a farti immergere totalmente nella trama e a creare un alone di suspense fin dalle prime pagine; allo stesso tempo il lettore è portato ad affezionarsi alla storia di Rick, tanto che finire questo libro lascia l’amaro in bocca, tanto per la storia che per i personaggi.
“Cherryman dà la caccia a mister White” è un libro che vale la pena di leggere sia come passatempo che come insegnamento di vita. La morale potrebbe essere di non far arrabbiare i buoni perché una volta che perdono la pazienza loro non ce n’è più per nessuno